Luigi Fantini

Luigi Fantini

LUIGI FANTINI, un grande studioso che amava l’Appennino Bolognese

Luigi Fantini (San Lazzaro di Savena22 marzo 1895 – Bologna12 ottobre 1978) è stato un archivistaspeleologo e archeologo italiano autodidatta che operò nel territorio dell’Appennino bolognese.

Fondatore del Gruppo Speleologico Bolognese (GSB), a lui si deve la scoperta di innumerevoli cavità nei gessi bolognesi e il ritrovamento di reperti preistorici paleolitici di grande valore scientifici. Per i suoi importanti studi e per la sua passione per il territorio sono oggi a lui dedicati scuole (come l’Istituto di Istruzione Superiore di Vergato), vie, tre musei ed un percorso escursionistico intitolato “Via del Fantini”.

Un volume pubblicato nel 1960 dal titolo Torri e case antiche nell’Appennino bolognese documentava parte del lavoro svolto, e dieci anni più tardi (1971), videro la luce i due ponderosi volumi Antichi edifici della Montagna bolognese, i quali rappresentano una fondamentale fonte documentaria sull’architettura e sulla cultura tradizionali delle comunità vissute nell’Appennino bolognese prima dell’esodo verso la città a partire dal dopoguerra (e dai quali provengono le foto pubblicate escluse quelle che lo ritraggono sia solo che con gli abitanti del borgo Case Lamari).

Nel 1957 Fantini fu insignito della medaglia di bronzo ai benemeriti dell’arte, cultura e scuola da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, e in seguito della medaglia d’oro assegnata dal Comune di Bologna per l’assidua opera svolta a servizio della cittadinanza. Egli amava definirsi “Ricercaro Appennico”, da appassionato studioso e curioso per eccellenza ci ha lasciato 36 pubblicazioni, tra articoli, saggi e volumi relativi ai multiformi interessi scientifici della sua vita: preistoria, paletnologia, archeologia, paleontologia, scienze naturali, speleologia, mineralogia, folklore, storia e architettura.
Dall’estate del 1956 a quella del 1960 Luigi Fantini fu ospite gradito alle Case Lamari di Rocca di Roffeno dei coniugi Renato Colombarini e Giovanna Donini; arrivava solitamente in agosto, in moto o in corriera e per non disturbare dormiva nel magazzino a fianco della loro abitazione; si alzava prestissimo, restava fuori tutto il giorno a fotografare con il suo amato treppiede e a cercare minerali. Era un tipo molto umile e simpatico e aveva sempre qualche storia interessante da raccontare. Dal 1940 battè palmo a palmo tutta la valle del Vergatello e nei suoi volumi appaiono foto dei Lamari, di Roffeno Musiolo, di Cereglio, di Casigno, della Pieve e di S. Lucia.

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