Il monte ROCCA protagonista nella storia:

Il VILLAGGIO PREISTORICO – la ROCCA MEDIOEVALE – il SECONDO CONFLITTO MONDIALE

La parte più a nord/ovest del monte ha una sommità appiattita: su questo pianoro, rivestito dal bosco, si estendeva l’abitato dell’ETA’ del BRONZO, databile intorno al 1100-900 Avanti Cristo. Ricerche condotte nel 1972 su incarico della Soprintendenza alle Antichità dell’E.R. e dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Bologna hanno portato alla luce numerosi reperti storici e gli scavi hanno evidenziato i resti di due strutture con pali che formavano due capanne parzialmente sovrapposte. Sono stati rinvenuti numerosissimi frammenti di varie forme di vasi, impugnature e decorazioni degli stessi e piatti di ceramica; una punta di freccia in selce e uno spillone per capelli di donna in filo di bronzo L’interesse maggiore del giacimento è dato dal suo carattere di insediamento permanente e dalla sua posizione geografica.
Per ora l’area non è stata ripulita e valorizzata.

La rupe del Rocca ha preso il nome da una roccaforte edificata dai bolognesi sulla sua vetta nel 1243 dopo il tradimento dei signori locali che si erano alleati con il Ducato di Modena (non si tratta comunque del castello che pare fosse presente nella valle del Vergatello). Era un’opera militare consistente in una piccola corte chiusa da un camminamento merlato e fiancheggiata da un’alta torre sul cui vertice era stata issata una campana. La torre serviva per l’avvistamento, la campana per dare l’allarme in caso di pericolo. Mediante un sistema di segnalazioni luminose, l’allarme veniva trasmesso ai più prossimi punti di osservazione e da questi rinviato all’osservatorio centrale allestito in città, sulla torre degli Asinelli.
Subito dopo la sua costruzione la rocca fu presidiata da un piccolo ma agguerrito manipolo di armigeri agli ordini di un capitano; tra le armi in dotazione i documenti annoverano perfezionate balestre. Ad una decina di metri dalla torre si apriva una cisterna per l’acqua: “aveva intonaco levigatissimo e si diceva dai muratori di quei luoghi che l’impasto era stato fatto con calce e albume d’uova”. Si ignora che fine abbia fatto la campana: i vecchi del paese raccontavano che se ne avvertiva il suono, misterioso e lontano, in occasione di calamità naturali. Ad un attento sguardo si può notare come la roccaforte ben si integra con il sistema delle case-torri presenti in paese e nelle vicinanze.  

Come riportano i diari dei soldati americani della 10° Mountain Division l’attuale Rocca di Roffeno, allora denominato Roffeno Musiolo era un villaggio di poche case. L’operazione denominata The Jump Off (l’Ultimo Balzo), che portò allo sfondamento delle ultime difese tedesche sulle montagne, scattò il 14 aprile 1945 e fu anticipata da un intenso bombardamento dal cielo e da terra: per snidare i tedeschi dall’ostico monte Rocca furono lanciate anche bombe al napalm ma queste non produssero i risultati sperati; i difensori del baluardo naturale, stimati in circa 70 uomini appartenenti alla 1° Compagnia del 756° Reggimento Granatieri resistettero eroicamente per tutta la giornata  poi furono sopraffatti dai coraggiosi alpini americani in una sanguinosa battaglia che non lasciò scampo a nessuno di loro. Oggi sono state recuperate numerose trincee popolate con manichini di soldati americani e tedeschi

  • Trincea tedesca
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