Torre di Lavacchio

La torre risale al Cinquecento e mostra la configurazione tipica del Frignano, per cui non mancano i fori cilindrici per i rondoni e il tufo calcareo attorno, materiale estratto da Labante. Conosciamo il tufo, come pietra vulcanica facilmente lavorabile e che veniva utilizzata in edilizia fin dai tempi antichi dagli Etruschi e poi dai Romani.

Infine vi sono i blocchi di arenaria bugnati che ornano il portale. Bugnato da buigne ovvero ciò che sporge, un rilievo rispetto a un piano. Il bugnato che compare solo eccezionalmente nell’architettura greca, viene largamente utilizzato dai romani e trova la sua massima espressione nelle architetture rinascimentali. Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy (1755–1849), teorico dell’architettura e filosofo, sosteneva che il bugnato veniva utilizzato per conferire prestigio alla costruzione e risaltarne il valore, così come si addice a questa casa padronale.

A conferire potere ed eleganza erano poi incisi la maestosa aquila, che si lega al simbolo celeste, in relazione all’elemento Aria e agli stati superiori. In contrapposizione, il grifone sta a significare l’elemento Fuoco che, unito all’elemento Aria, raddoppia la propria natura solare, divenendo la metafora dell’unione tra la potenza terrena del leone e quella celeste dell’aquila. Mentre il leone descrive valori di forza, audacia e vigore nell’azione.

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