Villa di Sotto

Nel 1539 viene censita dai vari figli di Berto del fu Mesaratii de Muxiolo Rofeni. Serafino Calindri la cita come parte di Musiolo dove vi abitavano dieci famiglie. Dal momento che è stata completamente restaurata a scopo turistico ha perduto molti segni del passato ma si intravede la torre del Cinquecento con la tipica colombaia.

Un altro segno tipico che veniva posto su queste case era il monogramma di San Bernardino, che aveva lo scopo di proteggere dalla peste, come una vero e proprio talismano. Un sole radiante racchiude le lettere IHS (Iesus Hominum Salvator). Il passaggio da IHS a Ichthys descrive l’immagine di Cristo come protettore della casa. Sappiamo però che i simboli rappresentano una sapere che a volte si sovrappone ad altre culture, infatti era precedentemente il nome del figlio di Astarte, il pesce sacro, animale che troviamo inciso in molte pietre, anche di queste antiche case-torri.

Due parole su san Bernardino da Siena (1380-1444) che a Bologna organizzò in piazza Maggiore il cosiddetto ‘rogo del Diavolo’ ove bruciare tutte le carte dei tarocchi. L’obiettivo era quello di dissuadere il gioco d’azzardo, molto diffuso a Bologna e nell’Appennino. La leggenda vuole che un tipografo chiese al Santo come sopravvivere dopo detto rogo di carte e lui gli consigliò di sostituire al Sole presente nell’arcano maggiore XIX la dicitura IHS e fu un grande successo, al punto che nacque la tradizione dei santini! Sacro e profano, in effetti si sono spesso scambiate le parti…

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