Lamari

La casa-torre presente nel borghetto dei Lamari ha una caratteristica corte interna. I Lamari erano evidentemente una famiglia nobile della zona, che ha conosciuto tra le sue fila, capitani della montagna, giureconsulti e magistrati. La nobiltà della casata è confermata nella parte posta a valle del borgo ove si può vedere un portale con arco bugnato, sul cui architrave compare la scritta: “Lazaro Lamari fece fare nell’anno del Signore 1586”, inframmezzata dallo stemma del committente. Lo stemma porta una sbarra doppiomerlata con due lune, una per parte. Rappresenta l’auspicato accrescimento delle fortune del titolare dello stemma o della sua famiglia.

Occorre ricordare che molti segni incisi su queste case erano scritture che spesso nascondevano un doppio significato, di cui uno nascosto e inaccessibile. Alcuni di questi segni vengono definiti cabalistici, in quanto collegati a scongiuri e invocazioni propiziatorie.

Mentre un simbolo tra i più comuni è quello della mammella, chiamata ‘mamma’: un seno di pietra posto sulle case come segno di abbondanza e prosperità. Queste coppe ‘lattifere’ erano in connessione alla fertilità e quindi al seno materno come indice di nutrimento.

Erano dedicate a san Mamante che, secondo la leggenda, riuscì ad allattare un bambino. Si trattò di un miracolo che gli gonfiò il petto di fronte a un bambino affamato, così da poter provvedere al suo sostentamento. Secondo alcuni sarebbe realmente esistito e sarebbe stato un giovane cristiano poi martirizzato (259-275 d.C.). Altre leggende lo raccontano simile all’om di bosc, ovvero a vivere nei boschi, allattato egli stesso dagli animali. In ogni caso fu molto celebrato e invocato dalle puerpere per avere il latte e nella zona sono state lasciate molte tracce in questo senso.

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